Mysore è una città dell’India del sud, nello stato del Karnataka, ma è anche un modo di praticare l’ashtanga vinyasa yoga.
Nell’ashtanga vinyasa yoga le posizioni nelle varie sequenze sono fisse e si ripetono sempre (proprio come le parole di un mantra) fino a che non si inizia ad avere una perfetta confidenza con la pratica delle asana. Si può allora portare un attenzione speciale anche agli altri aspetti della pratica che sono pranayama (respiro), bandha (chiusure) e drishti (direzione dello sguardo). Solo così la pratica può essere vissuta come una vera e propria meditazione in movimento dove il respiro e il corpo “danzano insieme”.
Quando l’insegnante guida la sequenza e viene anche ad aiutarci nell’esecuzione delle posizioni ci sembra tutto più facile e comodo e questo ci lascia lo spazio per concentrarci nei movimenti e nelle sensazioni.
In realtà nella classe guidata è l’insegnante che stabilisce il ritmo tra respiro e movimento e quindi siamo “obbligati” a muoverci con un ritmo che non è propriamente il nostro. La bellezza di questa pratica è data dalla possibilità di coordinare il movimento al ritmo del nostro respiro che può essere più lento o più veloce a seconda di come noi desideriamo. Allora nella sala di yoga si potrà sentire solo il suono dei diversi modi di respirare proprio come in un concerto i diversi strumenti creano una musica, mentre l’insegnante aiuta ed aggiusta gli allievi e diventa lo strumento per trovare l’allineamento e comprendere come entrare e uscire dalle asana (posizioni).
Gli allievi potranno poi praticare sequenze diverse a seconda della loro esperienza e possibilità. La pratica diventa quindi più personale, più profonda e meno esteriore.
Si potrà godere ugualmente della presenza e dell’energia dei compagni ma in un modo diverso, la mente sarà focalizzata e attenta alla qualità dei nostri movimenti sia mentali che fisici .
Per partecipare al Mysore style è sempre meglio prima chiedere e parlare con l’insegnante.
Torniamo allora al Mysore style (stile di Mysore). Mysore è la città dove si trova l’Ashtanga Yoga Institute e dove ha insegnato per tanti anni Pattabhi Jois. Guru J (il nome con cui affettuosamente veniva chiamato dai suoi allievi) raramente guidava le classi di yoga e se si andava a Mysore a studiare con lui si doveva conoscere a memoria la sequenza delle posture, almeno fino alla posizione dove eravamo arrivati. Questo dà ancora oggi il nome classe di Mysore (o Mysore class in inglese) alle classi di yoga dove l’insegnante non guida la sequenza.
Certo, ancora oggi questo confonde un poco. Ricordo che ero a Boulder (Colorado) per l’intensivo con Richard Freeman e una mia amica, uscite dalla classe di yoga, mi cha chiesto se ero mai stata a Mysore (omettendo la parola classes). Io le ho detto di si e le ho parlato delle mie emozioni e delle mie sensazioni non sempre facili. Lei mi rispondeva che non c’era mai stata ma che le sarebbe tanto piaciuto andare! Dopo circa 5 minuti mi sono resa conto che lei stava parlando delle Mysore classes e io stavo parlando di Mysore in India! Il tutto si è concluso con una bella risata.
Namasté
Carla