VIE SPIRITUALI NEL MONDO MODERNO
di Pindaro Mattoli
Indice
I
Premessa
II
Esoterismo, Exoterismo, R eligione
III
Tripartizione dell’essere umano
I
V Storia dell’uomo nelle tradizioni antiche e nella civiltà moderna
V
Confronto fra la scienza antica e la scienza moderna
VI
Vie di sviluppo spirituale nel mondo attuale
VII
Conclusioni
[gli asterischi indicano l’ordine di importanza del capitolo o del paragrafo]
– I –
PREMESSA **
Il presente scritto non pretende minimamente di costituire un “insegnamento” su una via particolare di realizzazione spirituale rispetto alle tante presenti nella storia della cultura umana. L’intento principale è invece quello di ricercare, al di là di una qualche particolare “filosofia” e/o “psicologia” che contribuiscano a definire il cosmo, il mondo, la storia e il destino dell’uomo, i canoni fondamentali e generali di una via “esperienziale” che trasformi l’uomo stesso e lo elevi a livelli di coscienza, di consapevolezza e di conoscenza superiori.
Il percorso di indagine deriva da uno studio progressivo e comparato di varie correnti parascientifiche e spirituali: la Parapsicologia, l’Ipnosi, le tradizioni religiose ed esoteriche occidentali (Alchimia, Esoterismo occidentale, Misticismo Cristiano e la corrente Antroposofica di Massimo Scaligero) e orientali (Tai-Chi, Qi Gong, gli insegnamenti di Ramana Maharshi e il Buddhismo Tibetano).
In tutto questo percorso è stato sempre mantenuto un atteggiamento “scientifico” e “laico”, nella convinzione che, se il mondo del non materiale è realmente esistente, le varie tradizioni spirituali autentiche che lo hanno esperito e descritto debbono necessariamente partire da una base reale, oggettiva e oggettivabile, che dovrebbe essere riconosciuta come nucleo centrale in ogni religione e corrente spirituale (la “Tradizione Primordiale”), al di là della posizione storica e geografica e al di là delle forme di espressione con cui ogni singola tradizione ha descritto il proprio bagaglio conoscitivo e religioso.
La letteratura spirituale ha avuto negli ultimi cinquanta anni molto successo sul mercato librario. E’ verisimile che ciò sia dovuto in massima parte alla esigenza di “fuga” del lettore da un mondo che sta divenendo sempre più materialista, immorale, caotico, degenerato e violento. In questo senso la letteratura spirituale può rivestire il ruolo di “sedativo-antidepressivo privo di effetti collaterali dannosi”.
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Su questa scia di esigenza di consumo le librerie si sono riempite di testi di ogni genere, e la disponibilità di testi e di autori, precedentemente scarsa ma qualificata, è diventata un immenso mercato in cui non è più possibile distinguere l’autentico dal posticcio.
Sono peraltro spuntati come funghi maestri self-made di ogni genere, che si rifanno (non autorizzati) a tradizioni spirituali storiche o che, ancora peggio, propongono sul mercato dello spirito la loro personale rielaborazione, tutti con l’intento di sbarcare il lunario (spesso con risultati economici rilevanti).
Tutto ciò, insieme a vie di fuga decisamente negative (droghe stupefacenti, consumismo scatenato, etc), concorre all’opera di “sedazione sociale” della grave crisi esistenziale del mondo moderno.
Ma in alcune persone, che non si limitano ad abbandonarsi piacevolmente alla fantasmagoria consolatoria delle varie letterature spirituali o pseudospirituali, può sorgere il desiderio di mettersi alla prova, di iniziare un percorso di realizzazione personale, di integrare il piacere della erudizione con la fatica del trasformarsi.
A quel punto ci si trova davanti alla scelta dell’indirizzo di realizzazione spirituale più consono e, per fare questa scelta, alla necessità di una “mappa”, una specie di “guida per il consumatore” o di “manuale di sopravvivenza” che faccia chiarezza sull’attuale immenso mercato dello spirito.
Nei prossimi capitoli vengono indicate alcune categorie logico-filosofico-spirituali e alcuni parametri di giudizio utili per fare la propria “scelta consapevole”.
– II –
ESOTERISMO – EXOTERISMO – RELIGIONE ***
Trattare questi tre termini non sarà molto più che formulare alcune precise definizioni.
Conoscere esattamente il significato di questi tre termini vale a fissare un linguaggio condiviso, indispensabile per la comprensione dei capitoli successivi.
ESOTERISMO
Il termine deriva dal greco esoterikos = “interno, interiore” e si riferisce agli insegnamenti che i filosofi greci (in particolare Pitagora) davano direttamente di persona ai loro discepoli più stretti.
Il termine è stato poi esteso a tutti gli insegnamenti e istruzioni di carattere spirituale che vengono dati in forma riservata, nell’ambito di specifiche caste sacerdotali o di gruppi iniziatici segreti.
EXOTERISMO – ESSOTERISMO
Il termine deriva dal greco exoterikos = “esterno, a tutti visibile, comune, popolare” e si riferisce a tutti gli insegnamenti, libri, trattati, etc che vengono divulgati a tutti senza limitazioni.
RELIGIONE
Il termine deriva dal latino re-ligare = “unire insieme” e si riferisce al legame che unisce gli uomini nella comunità civile sotto lo stesso culto spirituale e sotto le stesse leggi.
La Religione è l’anima di un popolo ed è composta da insegnamenti esoterici che vengono riservatamente trasmessi nell’ambito della casta sacerdotale, da insegnamenti exoterici trasmessi al popolo e da norme morali e civili, spesso stabilite dalla stessa casta sacerdotale, che regolano tutta la comunità.
Nell’ambito di una civiltà, le varie funzioni di cui sopra possono essere rivestite da una sola classe (Civiltà Teocratica = Potere gestito dai sacerdoti) oppure divise per competenze a diverse classi sociali: sacerdoti, governanti, amministratori, giuristi, etc.
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– III –
TRIPARTIZIONE DELL’ ESSERE UMANO ***
Mentre nella cultura occidentale moderna l’essere umano è articolato generalmente in Corpo e Mente, le culture esoteriche antiche e moderne inseriscono fra i due un terzo elemento, “sottile”, “vitale”, “energetico” in stretta connessione con gli stessi.
Possiamo quindi parlare di “Tripartizione dell’Essere Umano”.
I tre componenti sarebbero dunque: Corpo Fisico – Corpo Sottile – Mente/Spirito.
Il Corpo Fisico è materiale e normalmente percepito da tutti.
Il Corpo Sottile è infra-fisico (contenuto nel Corpo Fisico) e impercepibile ai più, ed ha una sua conformazione molto complessa.
La Mente/Spirito è meta-fisica (al di là e al di sopra del Corpo Fisico e del Corpo Sottile), trascende i corpi sopra esposti e può essere vista come la mente ordinaria individuale (l’Io) o come la mente spirituale meta-individuale (il Sé) che mette l’uomo in contatto diretto con il Cosmo e con il Principio Soprasensibile, il livello Metafisico.
E’ estremamente importante tenere costantemente conto di tali tre livelli e funzioni.
CORPO FISICO *
Non c’è bisogno di descrivere il corpo fisico, che è perfettamente percepibile, e che è stato esaustivamente studiato dalla scienza medica moderna.
CORPO SOTTILE ***
Il Corpo Sottile è costituente normale dell’Uomo. Ma anche la Natura tutta, al di là del suo aspetto fisico, è costituita e intessuta di energie sottili.
Le tradizioni affermano che l’energia sottile è impercepibile dall’uomo normale, ma viene percepita da individui che hanno tale capacità innata o che l’hanno sviluppata seguendo precisi insegnamenti sapienziali.
STRUTTURA DEL CORPO SOTTILE ***
Operando una sintesi delle caratteristiche del Corpo Sottile, estratta dai tratti comuni alle tradizioni che più hanno sviluppato tale nozione (Induismo, Buddhismo, Taoismo, etc), il corpo sottile coincide più o meno con la forma del corpo fisico e può estendersi più o meno al di fuori di esso a seconda dello sviluppo da esso raggiunto.
All’interno del corpo sottile sono presenti veri e propri “organi sottili”, centri di energia (chiamati nella tradizione Induista “chakra”, termine oramai fatto proprio anche dal linguaggio corrente occidentale). I chakra principali sono sette e sono posizionati rispettivamente: alla sommità del capo, sulla fronte fra le sopracciglia, alla gola, al cuore, all’ombelico, alla radice dei genitali, alla base della colonna.
I chakra sono collegati fra loro da tre “canali energetici” principali: uno è rettilineo, corrisponde pressappoco alla colonna vertebrale e passa attraverso tutti i chakra. Gli altri due hanno un andamento serpentino e complementare, e corrono ai lati del canale centrale. All’interno dei canali scorrono “venti” e “gocce” di energia.
Lo schema totale del corpo sottile è in effetti molto più articolato, comprendendo anche decine di altri chakra secondari e migliaia di canali energetici sia superficiali che profondi, che formano un sistema dinamico e mettono in relazione il corpo sottile con il corpo fisico e con la mente.
Gli organi fisici sono in connessione con le strutture sottili, ad esempio è di basilare importanza la relazione fra gli atti respiratori e la circolazione dell’energia sottile (prana) nei due canali laterali.
Alcune strutture del corpo sottile (il canale centrale ed i sette centri energetici lungo la colonna) sono normalmente poco sviluppate e utilizzate.
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FUNZIONI E DISFUNZIONI DEL CORPO SOTTILE ***
Dalla più o meno corretta e armonica circolazione dell’energia vitale nei canali del Corpo Sottile dipende lo stato di salute psicofisica dell’individuo.
Esiste nella tradizione medica antica, soprattutto orientale, una precisa semeiotica [scienza dei sintomi] energetica per indicare la relazione fra disfunzioni del corpo sottile e sintomi patologici a livello psicofisico. Tale semeiotica, molto articolata, permette una precisa diagnosi di squilibrio energetico che porta poi alla prescrizione di adeguata terapia, che può consistere ad esempio in particolari visualizzazioni o nella ripetizione di “mantra” (parole che muovono l’energia sottile).
Altro esempio molto significativo è la complessa semeiotica dell’Agopuntura, con l’esame delle disfunzioni dei meridiani energetici che corrono sulla superficie del corpo e la relativa terapia attraverso l’infissione di aghi o manipolazione sui punti energetici.
ESTENSIONE GEOGRAFICA DELLA CULTURA DEL CORPO SOTTILE *
Come già sopra detto, la nozione di energia vitale e di corpo sottile è più o meno rappresentata in tutte le tradizioni religiose, sapienziali ed esoteriche antiche, in ogni punto del globo, compreso l’Occidente: ad esempio lo Sciamanesimo, la “Religione della Terra”, presenta, nella conoscenza delle energie della Natura, caratteristiche molto simili dal nord Europa, alla Siberia, al Tibet, al Nord e Sud America. Troviamo cenni, anche se poco espliciti, alle energie vitali perfino nel Cristianesimo, nella cui iconografia vengono rappresentati i Santi avviluppati in corpi luminosi e coronati da una aureola luminosa dorata.
L’albero Sephirotico della Kabala ebraica è una rappresentazione micro e macrocosmica e nella prima accezione ha notevoli affinità con lo schema indiano dei chakra e dei canali paravertebrali.
Una curiosità che riguarda direttamente i medici: il caduceo che porta in mano il dio greco Mercurio, divenuto poi simbolo della classe medica, è strutturato con una verga circondata da due serpenti arrotolati intorno ad essa e all’apice della quale sono poste due ali: la forma del caduceo ricalca esattamente la forma del canale centrale e laterali del corpo sottile della tradizione indiana e le ali significano simbolicamente lo sviluppo del chakra della sommità della testa e l’apertura della coscienza verso il Soprasensibile.
EVOLUZIONE STORICA DELLA CULTURA DEL CORPO SOTTILE *
Se fin qui si è parlato di tradizioni antiche, non si deve dimenticare che tutti i popoli che non hanno subito del tutto la pesante civilizzazione occidentale moderna, conservano tuttora più o meno intatta la nozione e la cultura del corpo sottile.
In Occidente peraltro la cultura dell’energia sottile è stata da sempre decisamente censurata e demonizzata da parte della civiltà cristiana, soprattutto cattolica e protestante, e più recentemente rifiutata anche dalla cultura laica, illuminista e materialista imperante.
Nonostante ciò, tale nozione è arrivata, più o meno sotterranea o affiorante e più o meno spuria, lungo gli ultimi secoli fino ai giorni nostri, attraverso la Magia Naturale dei riti pagani sopravvissuti nelle zone rurali lontane dalle aggregazioni urbane, attraverso le culture segrete di gruppi iniziatici come i Templari, i Fedeli d’Amore, gli Ermetisti, gli Alchimisti e i Kabalisti medievali, le correnti Rosacrociane e Massoniche operative, l’Occultismo. Ancora nell’Ottocento il concetto di Energia Vitale era peraltro, nonostante tutto, uno dei principi teorici circolanti, anche addirittura in ambienti della scienza ufficiale dell’epoca. Ancora più recentemente il concetto e lo studio dell’energia sottile sono giunti fino a noi, con la Teosofia e l’Antroposofia, la Bioenergetica di Wilhelm Reich e Alexander Lowen, e, ad un livello più basso, la cultura eclettica e sincretica della New Age.
FUNZIONI SUPERIORI DEL CORPO SOTTILE ***
Se, in via normale, il buon equilibrio delle energie circolanti nel corpo sottile produce uno stato di buona salute psicofisica, le stesse energie sono state utilizzate dalla sapienza esoterica antica e moderna, attraverso particolari e specifiche pratiche, per raggiungere stati di percezione e di conoscenza trascendenti e per ottenere facoltà paranormali.
Come già detto sopra, si ribadisce un concetto di importanza basilare, evidenziato dai più autorevoli studiosi e cultori delle tradizioni esoteriche: mentre l’energia vitale ed il corpo sottile sono entità “infrafisiche” e non possono di per sé essere considerate
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“spirituali”, “metafisiche”, la loro utilizzazione, da parte di chi sia in grado di farlo, può essere limitata al livello “infrafisico”, con risultati tangibili in campo naturale (guarigioni, danza della pioggia, magia naturale, etc.) o estesa al livello “metafisico”, per il raggiungimento di stati di conoscenza superiori (estasi mistiche, Samadhi, Nirvana, Mahamudra, etc).
Lo sviluppo individuale delle facoltà paranormali a livello esclusivamente infrafisico permette al praticante di agire positivamente sul proprio Corpo Sottile e sul proprio stato di salute e di altri, ma anche sull’energia sottile della Natura, testimonianza della qual cosa sono tutte le pratiche sciamaniche presenti e simili su tutto il globo.
Le pratiche energetiche a indirizzo metafisico tendono in genere a convogliare l’energia sottile che scorre nei due canali laterali alla colonna all’interno del canale centrale, normalmente non attivato, e vivificare i vari centri energetici (chakra) situati lungo tale canale.
I mezzi per ottenere ciò sono pratiche di meditazione, di visualizzazione, di ripetizione di mantra, di controllo della respirazione, di controllo dell’energia dell’atto sessuale, etc, pratiche sviluppate maggiormente in Oriente.
Ma anche in Occidente, presso lo stesso Cristianesimo, almeno dove si è conservata la scienza antica della preghiera operativa e trasformatrice, l’obiettivo del praticante è di far raggiungere, attraverso preghiere costantemente ripetute come un mantra indiano, la propria coscienza a livello del cuore (la “Preghiera del Cuore” della letteratura cristiana ortodossa, la “cattedrale del mio cuore” di S. Caterina da Siena, etc), vivificando il relativo centro energetico. L’aureola che viene spesso raffigurata intorno al capo dei Santi “tecnicamente” rappresenta il completo sviluppo del centro energetico della sommità del capo, indice di comunicazione con il piano metafisico.
MENTE / SPIRITO ***
La Mente è al di sopra e al di là del Corpo Fisico e del Corpo Sottile e può essere considerata sotto l’aspetto di Mente Individuale e di Mente Spirituale.
La Mente Individuale, l’ IO, è la mente che tutti conoscono, i pensieri, puramente intellettuali o influenzati dalle emozioni e dagli istinti.
La Mente Spirituale, il SE’, è la mente che esperisce livelli di coscienza non individuali e stati di conoscenza “meta-fisici” (= al di là del piano fisico), e la si raggiunge e realizza attraverso pratiche specifiche, che sono presenti in tutte le tradizioni esoteriche autentiche, antiche e moderne.
Come sopra detto la realizzazione metafisica si può raggiungere attraverso pratiche che utilizzano il Corpo Sottile e/o pratiche che si rivolgono alla pura disciplina della Mente.
In questa sede può essere presa in considerazione una accezione più estesa del termine “esoterico” che, al di là del significato semplicemente etimologico di “nozione che viene trasmessa a pochi e non viene divulgata” per semplice riservatezza, potrebbe esprimere invece anche e soprattutto un “livello di conoscenza che implica una avvenuta trasformazione ontologica del soggetto” e, come tale, incomunicabile al profano e condivisibile solo fra soggetti che abbiano raggiunto lo stesso livello di realizzazione.
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– IV –
STORIA DELL’UOMO
NELLE TRADIZIONI ANTICHE E NELLA CIVILTA’ MODERNA ***
C’è una differenza basilare fra la mentalità moderna e quella antica, oltre l’assunto della esistenza percepibile da parte di alcuni individui di uno stato energetico sottile e la possibilità di raggiungere stati di coscienza trascendenti: la concezione della Storia dell’Uomo.
A questo proposito nel mondo moderno si è affermato negli ultimi secoli uno schema Lineare Evolutivo della storia dell’Uomo e della civiltà.
Su tale schema si sono adattate tutte le varie scienze. L’uomo moderno vede nel suo passato remoto una derivazione biologica da primati e/o da razze antropoidi, da una civiltà pressoché animale, selvaggia, priva di conoscenze. L’attuale livello conoscitivo sarebbe stato faticosamente e gradualmente raggiunto sommando conoscenze su conoscenze, sul piano logico-razionale, con una continua crescita qualitativa e quantitativa. In questo contesto culturale resta veramente difficile per l’uomo moderno concepire l’esistenza di civiltà che abbiano avuto in passato livelli di conoscenza qualitativamente diversi e soprattutto, almeno in certi settori, superiori al proprio.
Tutte le civiltà antiche hanno invece da sempre concepito la storia dell’umanità secondo uno schema Circolare Involutivo.
Si tratta del ben conosciuto dagli storici e dagli antropologi “Mito delle Quattro Età” secondo il quale, a partire da un’era primordiale di perfezione, durante la quale l’uomo era divino e colmo di ogni conoscenza, l’uomo stesso sarebbe disceso, di livello in livello, fino all’era attuale di impoverimento spirituale e appiattimento solo sul piano materiale. Al completamento della quarta età si verificherebbe una crisi generale che preluderebbe non tanto ad una lenta risalita quanto ad una nuova manifestazione totale della Divinità sulla terra e a un capovolgimento completo dei canoni spirituali e sociali della società umana.
Tale concezione è presente, come il concetto di energia sottile, in tutte le mitologie antiche: i racconti biblici relativi al mito della “caduta dal Paradiso Terrestre”; i passi evangelici sull’Apocalisse; la cultura classica greca a proposito delle età dell’Oro, dell’Argento, del Bronzo e del Ferro; il mito Indiano dei quattro Yuga, dei quali l’ultimo, il Kali Yuga, viene considerato come “l’età oscura”; il mito pellerossa del bisonte che perde progressivamente le quattro zampe fino a cadere; il mito nordeuropeo dell’età felice del mondo delle origini, caduta in progressiva corruzione fino al Ragnarokkr, il “crepuscolo degli dèi”, la corruzione della dignità sacerdotale e regale e la diffusione fra gli uomini dell’odio e della brama smodata.
SCIENZA, POTENZA, POTERE, DECADENZA **
Al di là delle dispute che potrebbe suscitare il confronto fra la validità delle due impostazioni storiche di cui sopra, si potrebbe comunque semplicemente concordare sul fatto che un complesso percettivo-sapienziale che informa e plasma storicamente il ciclo di una civiltà può nascere, crescere, toccare un apice, decadere e morire insieme alla civiltà stessa.
Si possono ipotizzare alcuni livelli progressivi: livello della “origine”, livello della “tradizione”, livello della “superstizione”, livello della “decadenza”.
Livello della ORIGINE
Il sapere di una civiltà parte dalle capacità percettive degli uomini che la fondano. La realtà percepita, elaborata dalla mente, porta alla conoscenza e alla scienza. La scienza porta all’applicazione pratica sull’uomo e sulla Natura (tecnologia). La scienza deve essere trasmessa viva e se possibile coltivata ulteriormente, di generazione in generazione.
Livello della TRADIZIONE
Se un evento storico traumatico (ad esempio un’invasione o una guerra o una catastrofe sociale o un cataclisma naturale) decapita una data civiltà della propria élite sapienziale, i sopravvissuti potrebbero non riuscire a rianimare il filone creativo della loro civiltà, ma potrebbero anche, per un relativamente lungo periodo, beneficiare di un bagaglio
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di conoscenze statiche e della tecnologia residua della loro civiltà, purché trasmessa senza nulla variare rispetto al sapere tramandato dalle generazioni precedenti. Alla scienza viva si sostituirebbe una tradizione rigida ma ancora efficace, insieme al ricordo di un passato migliore.
Livello della SUPERSTIZIONE
In una fase successiva, il tentativo di elaborare il sapere e le applicazioni pratiche della Tradizione, malamente perpetrato da individui di livello intellettivo inferiore rispetto all’élite intellettuale originaria, potrebbe attivare il dubbio, il prevalere dell’opinione sulla verifica pratica oramai impossibile, le dispute filosofiche e teologiche, la nascita dell’ortodossia e dell’eresia, l’imposizione di una cultura fideistica da parte di una élite che non conosce più e non può più dimostrare ciò che propugna. E’ questo in genere l’inizio della perdita dei vantaggi della conoscenza passata che si tramuta in “superstizione” (in senso etimologico), intesa come sopravvivenza larvale di nozioni sconnesse e distorte della scienza originaria, sussistenza di una memoria confusa e frammentaria che si perde di generazione in generazione.
Livello della DECADENZA
In questo contesto, e con il decadimento del livello spirituale e civile della popolazione, i frammenti residui della sapienza originaria di una civiltà potrebbero addirittura essere anche utilizzati, millantando competenze e nozioni pseudo-scientifiche o pseudo-sapienziali, da parte di classi sacerdotali corrotte e prive di qualsiasi reale sapienza, per mantenere il proprio potere sulla popolazione, o addirittura da parte di veri e propri ciarlatani, per scopi di interesse puramente personale.
Tale condizione di decadenza, più o meno protratta nel tempo, prelude alla possibile scomparsa totale di una data civiltà. In questo contesto peraltro le popolazioni cosiddette “selvagge” dovrebbero essere considerate in alcuni casi, più che una umanità ancora primitiva in attesa di civilizzazione logico-razionale, gli ultimi residui di civiltà in passato fiorenti.
IMPORTANZA DEL CONCETTO DI STORIA “INVOLUTIVA” ***
Al di là della nozione antropologica e storica, la teoria della storia ciclica e involutiva è una idea-forza che può avere una funzione preziosissima sia per valorizzare la civiltà antiche, trattate con indebita sufficienza dalla modernità, sia soprattutto per osservare il mondo moderno da un punto di vista completamente diverso, per evidenziarne i difetti e le gravi mancanze che non possono essere constatati da chi giudica da “dentro il sistema”.
– V –
CONFRONTO FRA LA SCIENZA ANTICA E LA SCIENZA MODERNA *
Dopo aver sopra descritto il corpo sottile e il complesso delle energie sottili, come vengono esposte nella letteratura delle tradizioni esoteriche antiche e moderne, ci si può chiedere che valore abbiano attualmente simili sistemi teorici energetici e metafisici, al di là del notevole interesse storico e antropologico, in chiave di realtà, di conoscenza scientifica e di applicazione tecnica.
E’ palese la distanza fra la logica razionale della scienza moderna e la nebulosità della scienza antica, spesso esposta in chiave criptica, simbolica o poetica. E’ da notare inoltre il fatto che, al di là della descrizione sintetica e uniforme del corpo sottile di cui sopra, esistono in effetti in questo campo anche notevoli differenze fra le varie culture delle varie zone geografiche. D’altra parte, le nozioni di energia vitale e di corpo sottile sono presenti, come sopra detto, in tutte le regioni del mondo e in tutte le epoche. Se, da un lato, una visione disattenta, superficiale e riduzionista potrebbe ipotizzare che tale fatto possa dipendere da una visione simbolica monocentrica diffusa successivamente ovunque, è peraltro singolare come notevoli affinità di vedute sussistano a livello di popolazioni completamente distanti fra loro, come ad esempio la remota tribù africana dei Kung del deserto del Kalahari e le popolazioni aborigene australiane, fino a due secoli fa del tutto isolate geograficamente dal resto del mondo. E’ anche notevole peraltro come le affinità sfiorino quasi l’identità, se
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consideriamo le simbologie ermetiche alchemiche e le relative tecniche pratiche di realizzazione cinesi, indiane, arabe ed occidentali medievali.
Al di là però dell’indagine osservazionale antropologica e culturale, il fatto principale che in via di principio crea una distanza incolmabile fra la scienza antica e quella moderna è la nozione della presenza reale e della possibile percezione diretta ed uso delle energie sottili e la possibilità di esperire stati superiori di coscienza da parte di individui che ne abbiano la facoltà.
A proposito di tale “incomunicabilità” fra scienza antica e scienza moderna, è possibile comunque formulare una ipotesi di lavoro che potrebbe parzialmente giustificarla.
In relazione al processo sopra esposto dei vari livelli di sviluppo e decadenza delle civiltà, è verisimile che i due sistemi scientifico-cognitivi in primo luogo partano da presupposti percettivi della realtà diversi, e che in secondo luogo siano attualmente posti ad un livello di sviluppo storico-antropologico rispettivamente diverso nonostante la contemporaneità.
Per quanto riguarda il primo assunto (diverse capacità percettive), come sopra esposto è possibile che l’uomo antico abbia avuto la possibilità di avere percezioni sia sul piano materiale attraverso i cinque sensi, sia sul piano energetico/sottile e spirituale/metafisico con percezioni considerate al tempo normali, estranee però all’uomo moderno che avrebbe perduto tale capacità nel corso del ciclo generale involutivo. In base alle proprie possibilità percettive, le civiltà antiche e moderna avrebbero sviluppato le loro rispettive scienze: limitatamente fisica, ma prevalentemente infrafisica e metafisica per l’uomo antico; esclusivamente fisica, ma estremamente sviluppata, per l’uomo moderno.
Il secondo assunto (diverso livello di sviluppo storico-antropologico) giustificherebbe ulteriormente l’incomunicabilità fra il mondo antico e il mondo moderno considerando che al momento attuale, nonostante le esplorazioni geografiche e la colonizzazione da parte dell’uomo moderno di tutto il globo avvenute negli ultimi secoli abbiano messo faccia a faccia la cultura antica tradizionale con quella moderna, si assiste alla convivenza, senza prospettive di reale comunicazione profonda, fra civiltà antiche in decadenza che presentano ancora un complesso di conoscenze residue di origine infra e sopra-sensibile, e la civiltà occidentale moderna che ha già perso completamente da tempo le percezioni infra e sopra-sensibili e che nel frattempo ha ricostruito una scienza che, pur sul piano qualitativamente limitato della materia, sta presentando uno sviluppo vertiginoso e sorprendente.
La attuale convivenza di civiltà di diversa capacità percettiva e di diverso livello di sviluppo storico, invece che favorire una feconda fusione, accelera invece rapidamente il processo di degenerescenza delle culture antiche, spazzate via dallo stile di vita materialista e consumista importato dai “colonizzatori”.
Viene in tal modo perpetrato un vero e proprio “genocidio culturale” su scala planetaria e la cultura del corpo sottile e le vie di conoscenza metafisica rischiano di essere un patrimonio a breve tempo definitivamente perduto dalla civiltà moderna.
Si realizzerà così completamente la previsione degli antichi a proposito dell’Età Oscura.
– VI –
VIE DI SVILUPPO SPIRITUALE NEL MONDO ATTUALE ***
ETICA – FONTI DI INSEGNAMENTO – METODI
ETICA ***
E’ necessario anzitutto prendere in considerazione l’atteggiamento con cui il “ricercatore dello Spirito” si accinge a percorrere la via della Conoscenza.
Premesso che in genere ci si accosta alle discipline esoteriche per fuggire dallo squallore del quotidiano o anche semplicemente per curiosità, nel momento però in cui ci si appresta realmente a praticare, a mettere in atto le indicazioni tecniche per trasformarsi, possono verificarsi delle modifiche al proprio essere.
Ma prima che questo avvenga è necessario assumere l’atteggiamento etico giusto. L’atteggiamento etico è un prerequisito indispensabile per portare l’Opera a buon fine.
Il grande pericolo è l’ “ipertrofia egoica”. Nel momento in cui ci si comincia a interessare di dottrine esoteriche, l’ego, in genere frustrato da una vita individuale e sociale
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insoddisfacente e anodina, si prende la sua rivincita e comincia a gonfiarsi. Il ricercatore dello Spirito si sente presto superiori agli altri.
Se poi si risveglia realmente qualche potere (o ci si illude che si sia risvegliato), il ricercatore sente immediatamente l’esigenza di insegnare, assume atteggiamenti da “maestro” e, dato che la merce più comune fra gli uomini è l’ingenuità, il preteso “maestro” trova spesso molti “fedeli” e finisce per credere lui stesso di essere un “grande maestro”. In questa società fatta di apparenze siamo abituati a considerare il valore di una persona per quanto attiri a sé consensi.
Massimo Scaligero, un quasi sconosciuto vero maestro diceva spesso: “Un passo sulla Conoscenza e tre passi sulla Moralità!”. La massima dei ricercatori esoterici antichi era: “Osa e taci”!
Di fatto, l’Ego ha una sua normalità fisiologica e una sua anormalità patologica.
Fisiologicamente l’Ego serve a mantenere l’essere umano, fisico e mentale, nell’ambito delle attività individuali e sociali, in armonia con sé stesso, con il mondo circostante e con gli altri.
Patologicamente l’Ego può esagerare le sue funzioni fisiologiche ed espandersi egoisticamente accrescendo eccessivamente sé stesso e danneggiando l’ambiente e gli altri: è l’immagine e il dramma della nostra falsa civiltà.
Ottenere qualche potere senza avere purificato il proprio ego e le proprie intenzioni significa percorrere la via dei maghi neri, coloro che sfruttano poteri paranormali a proprio vantaggio e soprattutto a danno degli altri. E’ implicito e consequenziale che questi personaggi possono percorre una via “magica”, “energetica”, “infrafisica”, ma sarà loro sempre negato l’accesso alla via spirituale, metafisica, perché “non egoica”.
COMPASSIONE – EMPATIA – NON-DUALITA’
L’accesso alla via spirituale, metafisica, è condizionato dall’abbandono e superamento progressivo dell’Ego, senza ovviamente arrivare a trascurare del tutto il proprio corpo e la propria salute (l’Ego fisiologico).
Possiamo ipotizzare su questa via etica tre livelli:
-La “Compassione” (patisco con…) è la condivisione delle sofferenze, il riconoscere che tutti gli esseri umani sono soggetti a sofferenza e da questo sentimento nasce la tendenza ad aiutare gli altri, simili a noi e alle nostre sofferenze.
-La “Empatia” (nella sofferenza…) è la comprensione della sofferenza altrui e la capacità di agire positivamente sulla sofferenza. E’ una capacità più intellettuale che sentimentale ed è molto utile ai terapeuti.
La Compassione e la Empatia corrispondono alla Bodhicitta relativa del Buddhismo tibetano.
-La “Non-Dualità” è l’abbandono totale dell’ego e la fusione totale della coscienza del ricercatore dello Spirito con tutti gli altri esseri, con la Natura e il Cosmo. La Non-Dualità è l’espressione più alta della Compassione e della Empatia. La Non-Dualità non è una qualità normalmente umana, ma è il prodotto delle pratiche spirituali più avanzate. A livello di Non-Dualità troviamo personaggi come il Mahatma Gandhi, Ramana Maharishi, il Dalai Lama, Madre Teresa di Calcutta, Padre Pio da Pietrelcina, etc, personaggi che, in Oriente e in Occidente, hanno testimoniato e testimoniano tangibilmente la possibilità di uno stato dell’Essere superiore a quello umano e della relativa influenza positiva sul corso della storia dell’Umanità.
La Non-Dualità corrisponde alla Bodhicitta assoluta e Vacuità del Buddhismo tibetano.
Così, a chi intenda percorrere le vie dello Spirito, è indispensabile coltivare fin dai primi passi la propria etica personale con la Compassione e la Empatia. In seguito, se le pratiche spirituali saranno state efficaci, sorgerà progressivamente la sensazione di apertura della propria coscienza, il superamento della differenza fra io e non-io.
A quel punto aiutare gli altri paradossalmente non sarà più nemmeno “altruismo”, essendo gli altri sé stesso e sé stesso gli altri.
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FONTI DI INSEGNAMENTO ***
Per quanto sopra detto, chi volesse provare una qualche via di realizzazione non può affidarsi al primo venuto, né tentare malamente una via “fai da te”. Chi si avvia su tali “comode” vie in genere non conclude nulla e si balocca per una vita senza risultati né meriti spirituali.
IL MAESTRO – IL LIGNAGGIO INIZIATICO – L’INSEGNANTE
Chi cerca veramente di trasformarsi deve ricercare un vero Maestro.
Il vero Maestro è quello che ha completamente realizzato lo stato di coscienza che insegna e che ha ricevuto gli insegnamenti che lo hanno fatto realizzare da parte di un Maestro che a sua volta era completamente realizzato (Lignaggio Iniziatico), e così, a ritroso nel tempo, fino all’Illuminato capostipite del Lignaggio.
Inoltre il vero Maestro è quello che è in grado di trasmettere l’influsso spirituale (Trasmissione Iniziatica) che mette il praticante in contatto con la Comunità Spirituale incorporea del Maestro stesso (Catena Iniziatica). La Trasmissione Iniziatica rende efficaci spiritualmente le tecniche di realizzazione che il praticante riceve come insegnamento. Le tecniche di realizzazione apprese al di fuori di una Catena Iniziatica autentica sono inefficaci nella migliore delle ipotesi e nella peggiore fuorvianti e spiritualmente dannose.
Il vero Maestro ha completamente realizzato in sé la Compassione, l’Empatia e lo stato di Non-Dualità: il suo comportamento è privo di qualsiasi interesse personale e sollecito nei confronti di tutti gli esseri.
L’ Insegnante è un buon praticante, è sulla via di realizzazione ed è stato abilitato e autorizzato dal suo Maestro a trasmettere l’influsso spirituale della propria Catena Iniziatica e ad insegnare alcune ben determinate tecniche pratiche di sviluppo spirituale.
METODI ***
VIA SECCA OPERATIVA – VIA UMIDA MISTICA
Nell’apprestarsi a individuare quale pratica scegliere per percorrere la propria via spirituale, è necessario anzitutto tenere conto di due grandi categorie, La Via Secca Operativa e la Via Umida Mistica. Le due vie sono adatte a due tipi umani diversi, il tipo maggiormente razionale e il tipo maggiormente sentimentale. Conoscere sé stesso, il proprio carattere e le proprie capacità, significa anche poter scegliere l’indirizzo giusto da percorrere.
Nella Via Secca Operativa vengono enfatizzati maggiormente i metodi tecnici di realizzazione, con l’obiettivo di perfezionarsi fino ad arrivare alla identificazione totale con il livello metafisico.
A tale Via Secca appartengono alcune religioni non teistiche come il Buddhismo (considerato erroneamente come religione “atea”), certe forme di dottrine Induiste (Pranayama Yoga), l’Alchimia, il Taoismo, etc. La Via Secca ha un pericolo: nell’opera di trasformazione, l’obiettivo di trasformarsi nell’Ente Supremo può indurre a ipertrofizzare l’Ego, fino all’inversione oscura di tutto il processo.
Nella Via Umida Mistica il praticante vede la perfezione, l’Ente Supremo, come “altro da sé”, come una Divinità personale a cui rivolgersi umilmente. L’atto finale viene eventualmente interpretato come un avvicinamento estremo e una “fusione” con la Divinità. Il vantaggio della Via Umida è che l’Ego viene mortificato fin dall’inizio della via di fronte alla perfezione divina che sovrasta il praticante, ma la distanza ontologica fra il fedele orante e la Divinità può essere di ostacolo alla ascesa e alla fusione finale, per la difficoltà di superare l’idea di dualità fra uomo e Divinità, concezione su cui è stato basato tutto il processo di sviluppo spirituale.
Alla Via Umida appartengono le religioni teistiche Medio-Orientali, Ebraismo, Cristianesimo, Islam, e alcune correnti delle dottrine induiste (Bhakti Yoga).
Le due vie esprimono due atteggiamenti psicologici e due metodi che portano comunque allo stesso risultato, e peraltro non sono inconciliabili, non sono opposte e non sono del tutto diverse. Infatti, comunque la Via Secca non può non contemplare anche una certa devozione, se non altro nei confronti del Maestro-istruttore che incarna e rappresenta
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l’obiettivo finale; e la Via Umida non può essere costituita di sola Fede, Amore e trasporto mistico verso la Divinità, ma deve contemplare anche precise tecniche di realizzazione (ad es. la Preghiera del Cuore del Cristianesimo Ortodosso, chiamato anche “lo Yoga Cristiano”).
Non sono escluse peraltro, nel percorso individuale, vie intermedie o periodi di pratiche via via maggiormente operative o maggiormente devozionali. Di fatto ognuno ha la “sua” via e quanto detto sopra serve solo a dare dei parametri schematici semplificati di riferimento.
SUPERCOSCIENZA – COSCIENZA – SUBCOSCIENZA
Si intende per Supercoscienza la coscienza metafisica che si sviluppa attraverso le vie di realizzazione sopra esposte.
Si intende per Coscienza la coscienza ordinaria dell’uomo comune.
Per quanto riguarda la Subcoscienza, al di là del termine e del suo significato che appartengono alla Psicologia e alla Psicanalisi, ci si riferisce in questa sede a pratiche “pseudo-spirituali” che si avvalgono dell’induzione di stati di coscienza attenuata o di incoscienza totale.
Nel vasto mercato dello Spirito, molto sviluppato dalla seconda metà dell’Ottocento e ancor più negli ultimi decenni, compaiono molte dottrine che si rifanno alla Medianità, allo Spiritismo, etc. E’ assolutamente importante tenere conto del fatto che tali pratiche sono assolutamente negative e che, anche quando sembrano essere portatrici di messaggi “spirituali”, di fatto inducono nei partecipanti uno squarcio nelle loro difese sia psicologiche che sottili, con indebolimento della personalità, e nel medium anche la possibilità di invasione di entità oscure e di possessione demonica. Sullo stesso piano sta l’uso di droghe da parte di praticanti improvvisati, con la scusa di esperire stati di coscienza superiori.
Qualsiasi pratica che attenui o abolisca la coscienza è da considerare assolutamente negativa, controindicata e controproducente.
METODI ADATTI ALL’ UOMO MODERNO
Di questi metodi si può fare solo un breve cenno. In genere i metodi più appetibili al neofita sono i più fantasmagorici (più consoni alla “fuga dal quotidiano”) e anche i meno adatti, soprattutto quelli che utilizzano in prima battuta ed esclusivamente l’energia sottile.
La cosa migliore è iniziare uno studio approfondito della corrente spirituale prescelta, esercitarsi nell’Etica della Compassione e della Empatia, e soprattutto calmare la mente attraverso la Meditazione.
La mente dell’uomo moderno, abituata ad una vita fatta di agitazione, fretta, ansia, preoccupazioni e alla rapidità dei nostri mezzi di comunicazione, non è in grado di fissare a lungo l’attenzione su un oggetto, fisico o mentale, né di avere la calma necessaria per poter procedere realmente sulla via spirituale.
La Via della Mente, insieme a quella dell’Etica, sono le condizioni indispensabili per il Cammino. La Via della Mente può anche essere, da sola, esaustiva e del tutto sufficiente al completamento della Via.
Le Vie Energetiche non sono indispensabili, ma accelerano indubbiamente, se qualificate e ben praticate, il processo di evoluzione spirituale. Comunque non possono essere percorse senza coltivare contemporaneamente l’Etica e la Meditazione.
LA VIA DELLA MENTE
Sulla Via della Mente è possibile e utile confrontare alcune correnti spirituali contemporanee, due di derivazione orientale (Meditazione Buddhista Tibetana e insegnamenti del Maestro indiano Ramana Maharshi) e una occidentale moderna (Antroposofia, in particolare il pensiero di Massimo Scaligero).
La tecnica di sviluppo della Mente nelle tre dottrine è sorprendentemente simile, addirittura identica, e questo fatto la valorizza maggiormente in virtù della sua obiettività ed estesa condivisione da parte di discipline spirituali assolutamente autorevoli e distanti nel tempo e nello spazio.
La via della Mente consiste in un esercizio di base (Meditazione o Concentrazione) che è molto semplice, ma anche molto difficoltoso.
Nel tempo le tappe che si perseguono sono due: Calma Mentale (nel Buddhismo indiano “Shamata”, nel Buddhismo tibetano “Shiné”, nell’Antroposofia di Massimo Scaligero passaggio
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dal “Pensiero Pensato” al “Pensiero Pensante”) e successivamente Visione Profonda (nel Buddhismo indiano “Vipassana”, nel Buddhismo tibetano “Lakton”, nell’Antroposofia “Pensiero Vivente”, “Logos”).
Calma Mentale. Si tratta di osservare con consapevolezza il proprio pensiero. Sembra banale, ma chi inizia ad esercitarsi in tal senso si accorgerà che non è assolutamente padrone della “sua” mente, che il pensiero vaga incontrollato, in genere in base ad associazioni analogiche. Anche quando ci si concentra su temi auto-imposti (studio, ragionamento, etc) la concentrazione è spesso difficoltosa e non spontanea. Appena ci si rilassa, il pensiero salta qua e là come una scimmia.
Gli esercizi per calmare la mente sono fondamentalmente due: il primo è quello di tentare di mantenere il pensiero fisso su un tema (ad es. il proprio respiro) e riportarlo a tale tema ogni volta che ne fugge; il secondo è quello di lasciare che il pensiero pensi ciò che vuole, osservandolo senza intervenire a frenarlo, né lasciarsi coinvolgere dal flusso delle analogie.
Visione Profonda. Coltivando la Calma Mentale con impegno, i pensieri diventano progressivamente meno vorticosi e più tranquilli.
Persistendo nella pratica si può cominciare ad avvertire, fra un pensiero e l’altro, un “vuoto” di contenuto, mentre la coscienza rimane perfettamente desta e lucida. Quel vuoto è l’inizio della Visione Profonda, non-duale, che ci rapporta alla realtà in maniera intuitiva e penetrante, è segno del passaggio dall’Io al Sé, del raggiungimento del “Rigpa” tibetano, dello sviluppo dello scaligeriano “Pensiero Vivente”.
LA VIA DELL’ENERGIA SOTTILE
Solo dopo aver iniziato a praticare l’Etica della Compassione e della Empatia e a calmare la mente con la Meditazione, si può eventualmente accedere ad insegnamenti superiori, nei quali l’uso dell’Energia Sottile viene utilizzata per accelerare l’evoluzione verso la Mente Non-Duale e l’Illuminazione.
Tali insegnamenti sono presenti nella Tradizione Tantrica Tibetana, nelle Dottrine Indiane del Pranayama, negli insegnamenti Alchemici Orientali e Occidentali e in altre correnti iniziatiche di eccelso valore.
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CONCLUSIONE **
Non è impossibile nel tempo attuale, nonostante si viva nell’Età Oscura della storia spirituale dell’Uomo, accedere a insegnamenti che realmente possono portare il ricercatore dello Spirito a percorrere il sentiero della Conoscenza e della Trasformazione Interiore.
Anzi, la compassione dei Maestri nei confronti di una umanità sofferente e abbandonata a sé stessa, li ha indotti a rivelare negli ultimi tempi insegnamenti potenti che in passato erano riservati a gruppi molto ristretti: grave la malattia, più forte il farmaco. Ma il farmaco va individuato con correttezza, la dose deve essere quella giusta e la cura deve essere pilotata da un vero Terapeuta.
Il ricercatore è guidato inizialmente solo dal suo intuito e su di lui pesa completamente la responsabilità di individuare il sentiero valido per il suo livello, la corrente spirituale giusta e il Maestro giusto.
Tutto ciò retto comunque dalla certezza che i Maestri indirizzano sottilmente e non abbandonano chi con sincera intenzione chiede la Luce.