Libera interpretazione sul “dialogo del capitano”
(dal Libro rosso di Carl Gustav Jung)
Premessa
Suppongo che questa storia sia stata raccontata dal capitano del transatlantico a Jung durante un viaggio verso l’America del Nord che questi avrebbe intrapreso per conoscere e scoprire l’effetto psicosociale delle tradizioni dei nativi tra cui i Pueblos Taos . In un dialogo con il loro Capo, Ochwia (Lago di Montagna) diceva che non capiva i bianchi perché erano sempre irrequieti e scontenti e pensava che fossero pazzi. Allora Jung gli chiese perché pensasse ciò ed egli rispose: ”Dicono di pensare con la testa” e Jung a sua volta rispose: ”Ma certamente ma perché tu con che cosa pensi?” “Noi pensiamo con il cuore”! disse Ochiwa. Questa è una mera ipotesi poiché non conosco a fondo né la vita né tantomeno le teorie di Jung ma le ho dedotte da alcune letture della interpretazione che egli ha elaborato circa la tradizione del Buddismo Mahayano Tibetano I suggerimenti che il capitano propone al mozzo non mi convincono, e sono:
- La inevitabile necessità di vincere e quindi “non perdere”
- Le privazioni che s’impose per trascorre il periodo di quarantena
- Modificare le proprie abitudini.
Fin da ragazzino quando ho iniziato a relazionarmi con i miei coetanei, era inevitabile arrivare alla lite ed allo scontro fisico ed io ho sempre cercato di evitarlo. Pensavo che fosse perché ero mingherlino ed avevo paura, adesso so che non era per questo ma per un aspirazione nascosta e profonda e cioè il bisogno di armonia. Poi con il passare degli anni ho avuto modo di scoprire che anche e principalmente nelle attività agonistiche era inevitabile lo scontro, c’era sempre uno che doveva vincere e l’altro che dovesse perdere! Sentivo però che non era quello il vero obiettivo e dopo tanti anni ho compreso che le attività sportive sia a livello individuale sia a livello di compagini dovrebbero agevolare una armonia, ma di fatto producono invidia, rancore tra gli atleti e violenza tra le tifoserie opposte. Penso, tuttora più che mai, che dovrebbe essere premiato l’ultimo e non il Primo. Il primo dispone di capacità genetiche che gli consentono di superare tutti gli altri anche se ben e più allenati del vincitore. Ma non è e non è stato mai così ma ciò non vuol dire che debba essere ancora e sempre così!
Circa 6000 anni fa Homo Sapiens scoprì come estrarre i metalli dai minerali con il fuoco ed a forgiarli per rendere più efficaci gli utensili per la caccia e da raccoglitore si trasformò in agricoltore/allevatore. A quel punto si rese indispensabile difendere i territori da nomadi e predatori così gli strumenti da caccia si trasformarono in “armi” per fare la guerra! La Genesi descrive questa trasformazione attraverso il mito di Caino il quale fondò la prima città con l’allevamento di animali, la lavorazione dei metalli e forse anche la prostituzione. Un brano del Midrash racconta che Adamo lasciò in eredità a Caino la proprietà di tutta la terra e ad Abele tutti gli esseri viventi, e così Caino uccise Abele perché aveva portato a pascolare le pecore sulla sua terra! Dall’ ebraico Abele deriva da hebel cioè “fiato” ,soffio vitale”, mentre Caino deriva da kanah radice del verbo “possedere”, e “soggiogare”, ma Caino significa anche “fabbro, ferraio”. Quasi in tutte le lingue anche in cinese le parole quali violenza ed “assoggettamento” sono collegate alla scoperta del metallo. Esiodo parla dell’inizio della storia (dell’Umanità) in “età dell’oro” mai poi con il procedere del tempo iniziò una inarrestabile decadenza passando all’età dell’argento, poi all’età del bronzo, poi a quella degli eroi ed infine quella del ferro…Nell’era moderna in tutte le nostre attività sono usati verbi per espressioni del tipo: Combattere:la fame, il freddo,il caldo, le malattie con le armi adatte, bisogna creare Task-Force, vincere la lotteria, le elezioni, il concorso, e le gare sportive e ricreative. Attualmente per far fronte a questa pandemia si usano espressioni quali: “siamo in guerra”, “ medici in trincea”, “infermieri in prima linea” , “bisogna lottare, “difenderci”, ”sconfiggeremo il coronavirus”, “ dobbiamo usare tutte armi per difenderci da questo attacco”,”abbiamo bisogno di munizioni”. Un giornalista così ha informato i fedeli circa le iniziative del Papa: “Anche il Santo Padre ha messo a punto le armi che ha (le preghiere e la Santa Messa, secondo lui, sono armi ??!!).
Sono certo che questo linguaggio abbia un effetto negativo sulla percezione di un fenomeno “naturale”. Paradossalmente un virus sebbene abbia una dimensione submicroscopica e sia costituito da una sola molecola di DNA /RNA contiene la stessa spinta vitale per la riproduzione come noi umani, animali, e piante. Un invisibile essere vivente ci indurrebbe a sospettare che il sistema da noi realizzato non è sicuro, ci ha costretto agli “arresti domiciliari”, ci terrorizza,ci fa paura! Eppure a ben rifletterci da Ottobre ad oggi le vittime causate dal nostro nemico comune ha mietuto in tutto il mondo ”appena” 30.000 morti e con questo ritmo in un anno il numero forse potrebbe arrivare a circa 50mila sempre che non si riesca trovare il rimedio/vaccino .La febbre spagnola nel 1918 in Italia provocò 600mila morti di cui la maggior parte al Sud (i miei genitori sono sopravvissuti!), e 50 milioni circa in tutto il mondo. E’ ancora vivo il ricordo della shoa, che ha mietuto più di 6 milioni di esseri umani in solo tre anni. Gli europei per colonizzare il Nuovo Mondo hanno causato la morte di circa 100 milioni di nativi con massacri e malattie; le due ultime Guerre Mondiali hanno provocato la morte di circa 60 milioni di morti (civili e militari) ,in appena 6 anni, 10milioni all’anno! Dal 1945 ad oggi questa carneficina non si è mai fermata! ”Guerre intelligenti” sono esplose in Afghanistan, Libano, Iraq,Siria,Giordania; “guerre civili” sono esplose tra Palestinesi ed Israeliani, tra Irlandesi , fra Tutsi e Hutu, fra Ucraini e Russi e non finiranno mai! Questi dati sono incompleti, approssimativi, ma non definitivi purtroppo. E’ l’Homo Sapiens Sapiens (sapientissimo!) l’essere più malvagio e più pericoloso.
Riconosco che dobbiamo proteggerci ma a ben pensarci siamo noi umani che in appena 10.000 anni di “civiltà” abbiamo stravolto gli equilibri che la nostra Madre Terra ha impiegato circa 4 miliardi di anni per armonizzarli! La nostra proverbiale superbia con l’ausilio dell’avidità e della stupidità ci ha spinti a credere che fosse legittimo intervenire nei processi naturali. La parola “natura” deriva dal latino “nascitura“, “nascituro” (perifrastica attiva del verbo nascere) il cui significato letterale è: “tutto ciò che sta per nascere” . Quindi oltre ad uccidere i nostri simili ci siamo arrogati anche il diritto di modificare, torturare e massacrare tutto ciò che sta per nascere, animali e piante, per nutrirci ed assecondare i nostri capricci solo per motivi scientifici e per la Conoscenza. Abbiamo accettato la tesi del filosofo Bacone il quale sosteneva che la Natura è femmina e per questo deve essere soggiogata e così abbiamo prodotto il Caos dove prima regnava il Logos-Armonia! Dante nel XXVI canto dell’Inferno descrive come Ulisse, giunto alle “Colonne d’Ercole” , sprona i compagni delle sue vicissitudini ad andare oltre dicendo loro:
Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti
Ma per seguir vertute e canoscenza
Io credo che abbiamo ritenuto superfluo acquisire prima le virtù e poi Scienza e Conoscenza. Di fatto poiché la superbia, l’avidità e la stupidità non sono virtù, esse ci spingono a rincorrere fama, ricchezza, potere ed il piacere dei sensi che,a loro volta provocano sofferenza e disperazione! Per quanto riguarda quelle che il Capitano definisce privazioni non credo debbano ritenersi tali ma piuttosto sagge decisioni che ciascuno di noi dovrebbe prendere. Infine ritengo sia altrettanto saggio liberarsi dalle abitudini, cioè non attaccarsi ad esse ma piuttosto modificarle, per evitare che col tempo possano diventare catene. Egli “cambiò strada” ed iniziò a percorrere il sentiero della liberazione/guarigione e quindi un cammino di gioia che gli consentì di lasciar fiorire nel suo cuore la primavera!
Di Lucio Riccio